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"... Per entrare in questo scrigno d'arte bisogna attraversare la sacrestia e l'attiguo "salone delle Benedettine" con la sua splendida falsa cupola affrescata dal Marcola. Aprendo un'anonima porta in fondo a sinistra, ci si trova già in cappella. Un piccolo atrio fa da panoramica balconata agli affreschi del catino absidale. Intensa qui è l'emozione di trovarsi improvvisamente immersi - occhi, anima e cuore - in pieno Medioevo. A solo pochi metri dal convulso traffico della statale, si scopre di essere ora all'interno di un santuario scaligero - "unicum" nel suo genere - quasi a seguito d'un misterioso viaggio nel tempo. Alla suggestione della raccolta architettura e dell'ambrata atmosfera luminosa, al godimento della vasta iconografia e delle raffinate decorazioni, manca soltanto il sottofondo di un argentino suono di campane o di una melodia gregoriana, per rivivere il fascino delle antiche liturgie intonate qui, sette secoli or sono, dalle vergini consacrate di san Michele".